PARROCCHIA
DI ASCONA

Cappelle e dipinti murali ad Ascona

di Michela Zucconi–Poncini

La fede nel mondo rurale e contadino, che caratterizzava anche la nostra regione, è da sempre profondamente radicata nella gente. Spesso si costruivano delle nicchie ricavate nella roccia o nell’apertura di un muro, delle cappelle semplici o con porticato, in cui si raffiguravano immagini sacre per chiedere grazie particolari - come il ritorno a casa di una persona cara, la guarigione da una malattia, la nascita di un figlio - altre volte si chiedeva protezione alla Madonna o ad un Santo, affinché tenessero lontane calamità naturali, epidemie facilitassero e proteggessero il passaggio da un sentiero ostico ma di vitale importanza, ecc.

La datazione delle cappelle asconesi risale in gran parte attorno al Sette, Otto e Novecento.

Poste lungo i vicoli, le cappelle davano conforto al passante invitandolo a fare una sosta; è il caso delle numerose nicchie che si trovano nel nucleo del Borgo o appena fuori. Scendendo lungo via Collegio, inserita nelle mura di cinta del Collego Papio, si trova una piccola nicchia in cui è dipinta l’immagine di San Carlo Borromeo davanti alla Vergine assunta in cielo.

Proseguendo, tra via delle Cappelle e via Orelli si incontrano due edicole. Nella prima era affrescata l’immagine della Deposizione. Si suppone che sia stata realizzata dalla Bottega dei pittori Orelli di Locarno nel ’700, ritoccata poi da Damaso Poroli (1839-1916) di Ronco sopra Ascona ed infine sostituita nel 1935 da un sacerdote del Collegio Papio con una lastra di rame raffigurante Cristo che porta la croce. Nella nicchia posta di fronte, si trova l’immagine della Madonna con il Bambino ed i Santi Rocco e Sebastiano, sulla volta è raffigurato Dio Padre benedicente. Una terza cappella inserita nelle antiche mura del castello dei Ghiriglioni - all’incrocio tra la strada omonima e via delle Cappelle - ospita l’effige della Madonna con il Bambino, su cui aleggia la colomba dello Spirito Santo è ridipinta all’inizio del ’9oo da Pompeo Maino di Locarno (1884-1944).

Sul lungolago si trova una cappella in cui è raffigurata l’Annunciazione, affrescata negli anni Trenta del ’900 dall’artista olandese Otto van Rees e restaurata successivamente attorno al 1960.

Sulla facciata di Casa Berno, all’imbocco di Contrada Maggiore, dominano la Madonna con il Bambino e il Beato Pietro Berno. Percorrendo Contrada Maggiore si arriva in via Borgo dove vi sono altri tre affreschi. Sulla facciata di Casa Pancaldi (oggi Museo Comunale d’Arte Moderna) è affrescata, sopra la porta principale, un’Annunciazione. Sulla destra, la Madonna in ginocchio è rivolta verso l’ar-cangelo Gabriele. Sopra le due figure vi sono tre cherubini e un elegante decoro floreale; sotto un’iscrizione JACOBUS PANCALDUS F.F. 1590.

La Madonna della seggiola - ispirata alla famosa tela di Raffaello - è dipinta sulla facciata di casa Ressiga, che segue casa Pancaldi. Oggi il dipinto originale non è più visibile poiché coperto da un pannello che ripropone lo stesso tema.

Infine nella cappella all’imbocco della strada della Ruga è inserita un’immagine della Crocifissione, di Pompeo Tonascia (1936) di Ascona. Salendo questa strada, oltre all’oratorio, incontriamo inserita nelle antiche mura in pietra, l’immagine della Madonna con il Bambino dipinta negli anni Trenta del ’900 dall’artista confederato Heinrich Kläui. In via Collinetta (poco dopo l’incrocio con via Rondonico) si trova una cappella dedicata alla Madonna Nera di Einsiedeln.

Di fronte al centro parrocchiale San Michele - poco distante dal nucleo storico, in direzione dei Saleggi - all’ombra di eleganti ulivi è posta la cappella del Gatto cosiddetta in quanto “gatti” era in passato il soprannome degli asconesi, in opposizione a “cani”, soprannome dei locarnesi. All’inizio di via Muraccio, sulla facciata di una casa privata è dipinta l’immagine della Madonna della Fontana che ricorda l’evento miracoloso del 1428.

Entrando ad Ascona, all’imbocco del viale Monte Verità, si incontra la cappella dedicata a San Giuseppe con il Bambino in braccio, realizzata da Pompeo Maino a inizio ’900.

Dal teatro san Materno, salendo lungo la strada che conduce verso Losone, si può ammirare l’immagine della Pietà attribuita a Giovanni Antonio Vanoni (1810-1886) di Aurigeno. Le opere del Vanoni si caratterizzano per il loro colorito appariscente, per la ricchezza di dettagli, per la gestualità ed espressività molto baroccheggiante delle figure.

Proseguendo verso la chiesa della Madonna della Fontana, si giunge all’omonima cappella edificata attorno al 1674. Anche questo dipinto è del Maino e raffigura la Madonna con il Bambino. Questo luogo, particolarmente caro agli asconesi, ospita una testimonianza di intensa devozione alla Madonna. Nel 1428 il Sud delle Alpi è colpito da una grave siccità. Una leggenda narra che una fanciulla, sordomuta dalla nascita, mentre badava alle sue pecore che pascolavano sul colle, rivolge alla Vergine una preghiera affinché salvi il suo gregge. Per miracolo è allora sgorgata una sorgente e la pastorella acquista la voce e l’udito. Nonostante siano state apportate alcune trasformazioni alle strutture originarie, ancora oggi ci si disseta presso la sorgente, che si trova sotto la cappella. Questa cappella di dimensioni grandi con un porticato e una panca, offriva anche riparo e protezione al passante, che poteva fare una pausa liberandosi del carico sulle spalle, dissetarsi, rivolgere una preghiera alla Madonna o ai Santi raffigurati negli affreschi, e poteva anche trovare protezione in caso di nubifragi e altre avversità.

Svoltando a sinistra si imbocca invece via Signore in Croce dove si trovano alcuni affreschi interessanti, raffiguranti la Madonna con il Bambino Maria Maddalena e alcuni Santi.